Indicatori e dati
Il materiale particolato (PM) emesso in atmosfera può essere di origine sia naturale che antropica. L'origine naturale è da ricondurre all'erosione dei suoli, all'aerosol marino, alla produzione di aerosol biogenico (frammenti vegetali, pollini, spore), alle emissioni vulcaniche e al trasporto a lunga distanza di sabbia. Una parte consistente del materiale particolato (PM) presente in atmosfera ha origine secondaria, ed è dovuta alla reazione di composti gassosi quali ossidi di azoto, ossidi di zolfo, ammoniaca e composti organici volatili. Inoltre, il PM si fa vettore di composti quali idrocarburi policiclici aromatici e metalli pesanti che possono essere molto pericolosi per la salute. Il materiale particolato, soprattutto nella frazione dimensionale minore, ha una notevole rilevanza sanitaria per l'alta capacità di penetrazione nelle vie respiratorie. Le stime effettuate sono relative solo alle emissioni di origine primaria, mentre non sono calcolate quelle dovute alla risospensione delle polveri depositatesi al suolo. Nel 2021, circa due terzi di tali emissioni primarie sono attribuibili al settore della combustione non industriale, che include gli impianti di riscaldamento nel settore civile (commerciale, istituzionale e residenziale).
La stima nazionale delle emissioni dell’indicatore viene elaborata secondo la metodologia descritta nel manuale di riferimento dell'inventario delle emissioni di inquinanti atmosferici (EMEP/EEA air pollutant emission inventory guidebook). L’Informative Inventory Report – IIR (ISPRA, 2023) descrive la metodologia di stima, i dati utilizzati e quelli di emissione, l’analisi dei trend e delle categorie emissive principali, le attività di controllo e qualità dei dati, la pianificazione delle attività di miglioramento delle stime. Ogni anno i dati di emissione, comunicati tramite il Nomenclature Reporting Format, e l’IIR vengono inviati al segretariato dell'UNECE/CLRTAP.
La metodologia per la stima nazionale prevede il ricalcolo dell’intera serie storica per ogni modifica/aggiornamento realizzato. Conseguentemente, per i settori e gli inquinanti la cui stima nazionale ha subito degli aggiornamenti anche gli indicatori regionali risentono di tali modifiche.
La disaggregazione territoriale a livello provinciale delle stime nazionali delle emissioni in atmosfera viene realizzata da ISPRA ogni 5 anni (4 anni a partire dal 2021) (De Lauretis et al., 2009; Taurino et al., 2022) ed è disponibile sul sito web della Rete del Sistema Informativo Nazionale Ambientale https://emissioni.sina.isprambiente.it/ nella sezione dedicata agli Inventari locali. La disaggregazione provinciale viene ottenuta mediante l’applicazione di una metodologia top-down, attraverso cui alle stime nazionali viene associata una variabile proxy correlata all’attività delle sorgenti emissive. Per i settori emissivi Snap (Selected nomenclature for air pollution) e per gli inquinanti disaggregati valgono le seguenti ipotesi: esistenza di una correlazione forte tra l’emissione di una data attività ed il valore della variabile proxy; forte significatività della correlazione nel passaggio dalla scala nazionale a quella locale. Le pubblicazioni sopra citate forniscono il quadro metodologico generale delle stime provinciali.
La disaggregazione provinciale delle emissioni di particolato. I principali settori emissivi da cui originano le emissioni di particolato in atmosfera sono:
• il settore della combustione non industriale (riscaldamento nel settore commerciale, istituzionale e residenziale). La principale fonte di emissione è la combustione di biomassa che viene disaggregata in base ai risultati dell’indagine Istat sui ‘Consumi energetici delle famiglie’ (consumi per destinazione d’uso e fonte energetica, con particolare attenzione alle fonti rinnovabili e, in particolare, alle biomasse legnose) e alla distribuzione della popolazione per grado di urbanizzazione;
• il settore del trasporto su strada: le emissioni nazionali vengono disaggregate sulla base del parco circolante per provincia e categoria veicolare (fonte Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti), dei flussi di traffico autostradali per tratta e per categoria veicolare (fonte AISCAT) e del valore aggiunto per provincia (fonte Istat), a seconda della modalità di guida (ambito autostradale, urbano ed extraurbano) e della categoria veicolare (automobili, veicoli commerciali leggeri, mezzi pesanti, autobus, ciclomotori e motocicli) considerate;
• il settore del trasporto dalle principali altre sorgenti mobili: le emissioni provenienti dalle altre modalità di trasporto si disaggregano distintamente per tipologia di sorgente:
- vie di navigazione interne: la stima nazionale viene disaggregata attribuendone una quota al traffico passeggeri ed una al traffico merci. Il traffico merci viene quindi ripartito tra le tredici province del bacino del Po, mentre il traffico passeggeri viene ripartito sulla base dei natanti per kilometro, per località di servizio nel trasporto passeggeri pubblico di linea (fonte Conto Nazionale delle Infrastrutture e dei Trasporti del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti);
- trasporto marittimo: viene utilizzato il dato di emissione per porto calcolato a partire dal numero di navi arrivate per porto (fonte Eurostat) e dei fattori di emissione per classe di nave basati sui risultati di uno studio sulle emissioni portuali nazionali del 2005;
- trasporto aereo: viene utilizzata la stima delle emissioni di gas serra per aeroporto prodotta da Eurocontrol;
• i settori della combustione nell’industria manifatturiera e dei processi industriali: le emissioni nazionali di questi settori vengono disaggregate sia con il livello produttivo delle attività (fonte: associazioni di categoria e report ambientali) che avvalendosi dei dati puntuali derivati dai tre registri di impianti industriali “Emission Trading Scheme’, ’Large Combustion Plants’ e ‘European Pollutant Release and Transfer Register”.
Per gli anni 1990, 1995, 2000, 2005, 2010, 2015 e 2019, è stata applicata una articolata metodologia di disaggregazione provinciale, a partire dai dati nazionali di emissione, sulla base delle specifiche variabili proxy per categoria emissiva e per sostanza.
La disaggregazione a livello regionale con periodicità biennale, da cui scaturisce la stima delle emissioni per gli anni 2017 e 2021, è stata ottenuta applicando una metodologia semplificata elaborata ad hoc basata sulla stima nazionale e sulle informazioni desunte dalle variabili proxy 2019, in modo da mantenere la coerenza della serie storica.
Si noti che la disaggregazione regionale corrisponde al dato nazionale per lo stesso anno di riferimento cosiddetta prendendo in considerazione i dati 'Extraregio' (non compresi nei dati regionali) che contabilizzano le emissioni derivanti dalle attività off-shore del settore dell'estrazione e distribuzione di combustibili fossili e geotermia e le emissioni per attività di crociera per il traffico marittimo nazionale non attribuibile ad alcuna Regione.
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Aggiornamento
Informazioni sui dati
Ispra
Per maggiori dettagli sul tema:
https://emissioni.sina.isprambiente.it/
https://annuario.isprambiente.it/
Territorio
Serie storica
Dati
Emissioni di particolato (PM2.5) in tonnellate
ISPRA