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COMUNI CON STABILIMENTI CON PERICOLO DI INCIDENTE RILEVANTE
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L’indicatore consente di individuare le aree con una particolare concentrazione di stabilimenti a rischio di incidente rilevante, fornendo informazioni utili per la pianificazione territoriale, in particolare per la destinazione e l’utilizzazione dei suoli. Nel 2025, i comuni in cui sono presenti 4 o più stabilimenti RIR (Rischio di Incidente Rilevante) sono 29, distribuiti in 12 regioni: essi ospitano circa un quarto di tutti gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante presenti in Italia. Le regioni con il maggior numero di questi comuni sono: Sicilia (5), Lazio (4), Lombardia (4) e Piemonte (4). Tra i comuni caratterizzati da un numero elevato di stabilimenti si segnalano Ravenna con 26, Genova con 13, seguite da Trecate con 10, Napoli e Venezia con 9, Filago con 8 e Augusta, Anagni, Catania e Livorno con 7 ciascuno.
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QUANTITATIVI DI SOSTANZE E PREPARATI PERICOLOSI NEGLI STABILIMENTI A PERICOLO DI INCIDENTE RILEVANTE
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L’ indicatore analizza la tipologia di sostanze o categorie di sostanze/miscele pericolose più diffuse negli stabilimenti a rischio di incidente rilevante, presenti sul territorio nazionale e dichiarati dai gestori degli stabilimenti soggetti al D.Lgs. 105/2015. Tra le categorie di sostanze pericolose (Allegato 1 - parte 1 del D.Lgs. 105/2015) maggiormente diffuse in termini quantitativi, si rilevano quelle appartenenti alla Sezione “P” - Pericoli fisici, in particolare i liquidi infiammabili. Molto diffuse sono anche le sostanze pericolose per l’ambiente che rientrano nella categoria di pericolosità “E” - Pericoli per l’ambiente. Le regioni con la maggior presenza di sostanze tossiche risulta risulta la Sardegna seguita da Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte. Mentre la regione dove sono presenti i maggiori quantitativi di sostanze infiammabili è la Sicilia, seguita dal Friuli-Venezia Giulia, Lombardia e Sardegna. Si registra una cospicua presenza, distribuita su tutto il territorio italiano, di gas liquefatti infiammabili e gas naturali (GPL e metano) e di prodotti petroliferi.
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STABILIMENTI CON PERICOLO DI INCIDENTE RILEVANTE (DISTRIBUZIONE PROVINCIALE E REGIONALE)
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L'indicatore consente di identificare il numero di stabilimenti, per ambito regionale e provinciale, divisi per categoria, in funzione degli adempimenti stabiliti dalla normativa a cui sono soggetti i gestori degli stabilimenti. Al 30 giugno 2025, il numero complessivo degli stabilimenti considerati pericolosi ai fini di un incidente rilevante, presenti in Italia, è pari a 932. Rispetto a dicembre 2024, dove il numero di stabilimenti era pari a 933, si rileva una riduzione (1 in meno). Relativamente alla distribuzione sul territorio nazionale degli stabilimenti notificati la situazione rimane pressoché invariata, circa un quarto è concentrato in Lombardia e in regioni con elevata presenza di industrie come: Veneto, Piemonte e Emilia-Romagna. Nella quasi totalità delle province italiane è ubicato almeno uno stabilimento a rischio di incidente rilevante.
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TIPOLOGIE DI STABILIMENTI A PERICOLO DI INCIDENTE RILEVANTE
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L'indicatore analizza la distribuzione sul territorio nazionale di tutte le attività industriali secondo le categorie definite nel D.Lgs. 105/2015 per gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante. L'analisi delle tipologie di stabilimenti permette di definire, sia pure in modo qualitativo, una mappatura del rischio industriale nel nostro Paese. La normativa suddivide gli stabilimenti in 38 categorie di attività più una trentanovesima categoria (altro) comprendente tutte le attività non rientranti nelle precedenti, sulla base del codice NACE, un sistema di classificazione generale utilizzato per sistematizzare ed uniformare le definizioni delle attività economico/industriali nei diversi Stati membri dell'Unione Europea. In particolare, alla data del 30 giugno 2025, risulta che il numero totale di stabilimenti a rischio di incidente rilevante è pari 932, con una lieve flessione rispetto a dicembre 2024 di 1 unità. Per quanto concerne la tipologia delle attività presenti sul territorio nazionale, si riscontra una prevalenza di depositi di "stoccaggio di GPL”1° e di “impianti chimici”2°. Seguono le cosiddette "Altre attività, non specificate"3°, i depositi di “Stoccaggio di combustibili (anche per il riscaldamento, la vendita al dettaglio ecc.)”4° e gli stabilimenti di “produzione, imbottigliamento e distribuzione all'ingrosso di gas di petrolio liquefatto (GPL)”5°. Insieme questi costituiscono circa il 50% del totale degli stabilimenti. Seguono i depositi di "Stoccaggio e distribuzione all'ingrosso e al dettaglio (ad esclusione del GPL)"6°, gli impianti di “trattamento dei metalli mediante processi elettrolitici o chimici”7°, impianti di "produzione di prodotti farmaceutici"8° e di "produzione, distruzione e stoccaggio di esplosivi”9°. A seguire gli impianti di “fabbricazione di sostanze chimiche (non specificate altrimenti nell'elenco)”10°, quelli di “produzione e stoccaggio di pesticidi, biocidi e fungicidi”11° e quelli di “stoccaggio, trattamento e smaltimento dei rifiuti”12°.
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