Descrizione 1
Renato Marra Campanale
Gli indicatori derivati dal conto dei beni e servizi ambientali forniscono informazioni sui principali indicatori economici (occupazione, valore aggiunto e produzione) delle ecoindustrie, cioè sui produttori di beni e servizi per la protezione dell'ambiente (attività di prevenzione, riduzione ed eliminazione dell’inquinamento e di ogni altra forma di degrado ambientale) e per la gestione delle risorse naturali (conservazione, mantenimento e tutela delle risorse naturali da fenomeni di esaurimento). L'occupazione e il valore aggiunto del settore delle ecoindustrie crescono rispettivamente del 52,8% e 47,5% dal 2016 al 2021. Tale incremento viene ottenuto quasi interamente nell'ultimo anno (2021). Nel 2021, la crescita del valore aggiunto del settore ambientale è risultata notevolmente superiore rispetto a quella del Pil. Ciò ha consentito un aumento dell’incidenza del valore aggiunto del comparto ambientale sul Pil dal 2,7% del 2020 al 3,7% nel 2021.
Gli indicatori derivati dal conto dei beni e servizi ambientali (EGSS - Environmental Goods and Services Sector) forniscono informazioni - occupazione, valore aggiunto, produzione ed esportazioni - sui produttori di beni e servizi (ecoindustrie) per la protezione dell'ambiente (attività di prevenzione, riduzione ed eliminazione dell’inquinamento e di ogni altra forma di degrado ambientale) e per la gestione delle risorse naturali (conservazione, mantenimento e tutela delle risorse naturali da fenomeni di esaurimento).
La produzione delle ecoindustrie è realizzata dal settore degli operatori market (settore prevalente), dagli operatori non market (Pubblica amministrazione e Istituzioni sociali al servizio delle famiglie) e svolta in proprio da tutti gli operatori economici, per essere destinata al reimpiego nel processo produttivo (ad esempio attività di recupero di materiali da reimmettere nel processo di produzione) o al proprio consumo finale (ad esempio l’energia solare prodotta e consumata all’interno delle famiglie). EGSS fa parte dei conti satellite ambientali sviluppati dal Sistema statistico europeo in coerenza con i principi, le definizioni e le classificazioni alla base dei conti economici nazionali, e nel rispetto dei principi delineati dallo standard statistico internazionale 'System of Environmental-Economic Accounting - Central Framework' (2012). I beni e servizi ambientali comprendono molti prodotti, fra loro differenti, quali energia rinnovabile, veicoli elettrici, produzioni agricole biologiche, gestione delle acque reflue, servizi di trattamento dei rifiuti, recupero di siti minerari. La loro distinzione dai prodotti non ambientali non è facile. In linea di principio, i beni e servizi ambientali hanno una finalità ambientale, che viene individuata considerando congiuntamente l'impatto ambientale effettivo e le caratteristiche tecniche del prodotto, che devono essere idonee a proteggere l'ambiente o a conservare le risorse naturali. Questa finalità ambientale viene statisticamente ricompresa nelle due classificazioni internazionali, Classification of Environmental Protection Activities (CEPA), attività di protezione dell'ambiente per prevenire, ridurre ed eliminare l'inquinamento e ogni altra forma di degrado ambientale, e Classification of Resource Management Activities (CReMA), attività di gestione delle risorse naturali per la loro tutela e conservazione: CEPA 1. protezione dell'aria e del clima; CEPA 2. gestione delle acque reflue; CEPA 3. gestione dei rifiuti; CEPA 4. protezione e risanamento del suolo, delle acque del sottosuolo e delle acque di superficie; CEPA 5. abbattimento del rumore e delle vibrazioni (esclusa la protezione degli ambienti di lavoro); CEPA 6. protezione della biodiversità e del paesaggio; CEPA 7. protezione dalle radiazioni (ad esclusione della protezione degli ambienti di lavoro e del rischio tecnologico e di incidente nucleare); CEPA 8. ricerca e sviluppo; CEPA 9. altre attività di protezione dell'ambiente; CReMA 10. gestione delle acque; CReMA 11. gestione delle risorse forestali, di cui: 11A: gestione di aree boschive; 11B: riduzione del consumo di risorse forestali; CReMA 12. gestione della fauna e della flora selvatiche; CReMA 13. gestione delle risorse energetiche, di cui: 13A. produzione di energia da fonti rinnovabili; 13B. gestione e risparmio di energia; 13C. riduzione dell'utilizzo delle energie fossili come materie prime; CReMA 14. gestione dei minerali; CReMA 15. attività di ricerca e sviluppo in materia di gestione delle risorse; CReMA 16. altre attività di gestione delle risorse.
Fornire dati economici e occupazionali delle attività economiche che si occupano della produzione di beni e servizi ambientali, e valutare la loro incidenza sui corrispettivi indicatori per l’intera economia.
Regolamento (UE) n. 691/2011 relativo ai conti economici ambientali europei, come modificato dal Regolamento (UE) N. 538/2014. Nell'Unione Europea, la Commissione ha presentato a fine 2019 la Comunicazione 'The European Green Deal' per rimodulare gli impegni europei per arrivare a un'economia sostenibile, efficiente nell'uso delle risorse e competitiva. I beni e servizi prodotti dalle ecoindustrie sono fondamentali per raggiungere questi obiettivi.
Descrizione 2
Environmental goods and services sector accounts — Handbook 2016 edition. Eurostat, Luxembourg (https://ec.europa.eu/eurostat/web/products-manuals-and-guidelines/-/KS-GQ-16-008)
System of Environmental-Economic Accounting 2012 - Central Framework. United Nations, New York, 2014 (https://seea.un.org/content/seea-central-framework)
Qualificazione dati
Istat: http://dati.istat.it/Index.aspx --> Conti nazionali --> Conti ambientali --> Conti dei beni e servizi ambientali
Nazionale
2016-2021
Qualificazione indicatore
La metodologia di elaborazione dell’indicatore è consultabile nel documento Environmental goods and services sector accounts — Handbook 2016 edition. Eurostat, Luxembourg (https://ec.europa.eu/eurostat/web/products-manuals-and-guidelines/-/KS-GQ-16-008)
Nel 2021, le ecoindustrie, con circa 921 mila unità di lavoro, hanno generato quasi 60 miliardi di euro di valore aggiunto. Il valore aggiunto delle ecoindustrie costituisce nel 2021 circa il 3,7% del Prodotto interno lordo italiano, a fronte di una media europea del 2,5% nello stesso anno (Tabella 1).
Fra il 2016 e il 2021, l'occupazione e il valore aggiunto delle ecoindustrie registrano dati di crescita (rispettivamente +52,8% e +47,5%) con un incremento considerevole nel 2021dopo una crescita moderata fino al 2019 e la caduta concomitante con la crisi pandemica. Il settore ambientale registra una maggiore dinamicità rispetto all'economia complessiva italiana (Figura 1).
Dati
Tabella 1: Indicatori delle ecoindustrie per attività economica. Italia, 2021
Istat e Eurostat
La dinamica positiva ha riguardato tutti gli ambiti del settore, con un particolare incremento delle attività per il miglioramento dell’efficienza energetica (all'interno della gestione delle risorse energetiche, Figura 2 per occupazione e Figura 4 per valore aggiunto)dovuta in primo luogo dalla normativa europea (Direttiva 2010/31/UE) che dal 2021, impone per tutti gli edifici nuovi o soggetti a una ristrutturazione profonda di adeguarsi allo standard europeo nZEB (nearly Energy Zero Building) con livelli di prestazione molto elevati. Inoltre, la gestione delle risorse energetiche comprende gli effetti positivi nella produzione di energia da fonti rinnovabili per effetto dell’incremento del prezzo base, trainato dall’andamento positivo del prezzo del gas nel 2021. In generale, le attività di gestione delle risorse energetiche costituiscono nel 2021 il 57% per occupazione e quasi il 60% per valore aggiunto.
Il settore delle ecoindustrie può essere analizzato per attività economica, fornendo un quadro complementare all'analisi per dominio ambientale (Tabella 1 e Figura 3). Nel 2021, gran parte dell'occupazione deriva dal settore delle costruzioni (43%), ma è il settore per la fornitura di energia, acqua e gestione dei rifiuti quello capace di generare la quota di valore aggiunto più alta (38,5%). Quest'ultimo settore economico mostra anche la produttività del lavoro, espressa dal rapporto fra valore aggiunto e occupazione, più alta.