Aree
CONTRIBUTO DELLE FORESTE NAZIONALI AL CICLO GLOBALE DEL CARBONIO
Data aggiornamento scheda:
L’indicatore fa riferimento allo stock di carbonio, ovvero la quantità di carbonio fissata in Italia nei diversi serbatoi forestali, e alla variazione di stock di carbonio (carbon sink), che tiene conto del carbonio assorbito e alla quantità rilasciata (emissioni) per effetto di incendi, prelievi e mortalità naturale degli ecosistemi forestali nazionali. Il carbon stock e il carbon sink rappresentano indicatori efficaci per valutare lo stato delle risorse forestali di una nazione, essendo influenzati dalla produttività delle foreste e, in senso negativo, dai disturbi sia naturali sia antropici cui sono soggette (incendi, prelievi, parassiti e patogeni, mortalità naturale, ecc.). Gli stock di carbonio nelle foreste italiane sono in aumento, segnando un bilancio positivo tra le emissioni e gli assorbimenti di gas serra (carbon sink). Ciò è legato da una parte alle politiche di conservazione e di tutela delle foreste; dall'altra, a causa di complessi motivi economici e sociali, a una riduzione del volume dei prelievi legnosi. Maggiore preoccupazione destano le emissioni legate agli incendi. L'andamento del carbon sink, nel periodo 1990-2023 è fortemente condizionato dalle riduzioni di assorbimento di gas serra connesse alle superfici percorse annualmente dagli incendi. È particolarmente evidente, infatti, l'effetto delle perdite di biomassa dovute a incendi nel 1990, 1993, 2007 e nel 2017 sul trend del carbon sink. Da ciò si intuisce il ruolo chiave degli incendi sul contributo che le foreste nazionali possono dare al ciclo globale del carbonio.
CERTIFICAZIONE DI GESTIONE FORESTALE SOSTENIBILE
Data aggiornamento scheda:
La crescente pressione antropica esercitata sugli ecosistemi forestali negli ultimi decenni, dovuta anche all’incremento nell’utilizzazione delle biomasse, sia come bioenergia, sia come materiale tecnico e da costruzione, ha condotto, in molti casi, al degrado di tali sistemi naturali e semi-naturali, specie nelle aree tropicali del pianeta. Tali fenomeni risultano spesso associati allo sfruttamento insostenibile e/o illegale delle risorse forestali. Il taglio, la trasformazione e il trasporto del legno e dei suoi derivati generano rilevanti impatti negativi sia dal punto di vista ambientale, sia economico, sia sociale. Nell’ultimo ventennio l’attenzione da parte di decisori politici, aziende private, associazioni e privati cittadini, è stata rivolta all'uso sostenibile delle biomasse forestali, stimolando azioni concrete e strumenti efficaci mirati a prevenire tali impatti e a mitigarne gli effetti. La certificazione forestale nasce come strumento volto a prevenire gli impatti negativi e le minacce al patrimonio forestale nazionale e internazionale, attraverso l’adozione di pratiche improntate a un’attenta pianificazione e monitoraggio delle attività di utilizzazione e gestione delle biomasse legnose.
In Italia, al 31 dicembre 2023, la superficie forestale certificata secondo lo schema del Programme for Endorsement of Forest Certification schemes (PEFC™) è pari a 984.107 ettari (con un incremento del 6% rispetto al 2022); mentre, la superficie certificata secondo lo schema del Forest Stewardship Council® (FSC®) ammonta a 85.214 ettari (4% in più rispetto all’anno precedente).
AZIENDE E SUPERFICIE AGRICOLA UTILIZZATA
Data aggiornamento scheda:

L'indicatore stima la dimensione del settore agricolo e del suo potenziale impatto sulle varie componenti ambientali attraverso il numero delle aziende agricole e zootecniche e la Superficie Agricola Utilizzata (SAU). Dal confronto dei dati degli ultimi due Censimenti dell’agricoltura (2010 e 2020) si rileva un decremento complessivo a livello nazionale di 488 mila aziende (-30,1%) e 424 mila ettari di Superficie Agricola Utilizzata (-3,3%). Inoltre, dall’analisi della variazione della dimensione media delle aziende agricole, le Superfici Agricole Utilizzate sono passate da 8 a 11 ettari medi per azienda, evidenziando un notevole processo di concentrazione dell’imprenditoria agricola.
UTILIZZO DI PRODOTTI FITOSANITARI SU SINGOLA COLTIVAZIONE
Data aggiornamento scheda:

L'indicatore fornisce informazione relativamente all'uso dei prodotti fitosanitari nelle singole coltivazioni. I dati sono raccolti con indagini campionarie sulle quantità dei prodotti fitosanitari impiegate in specifiche coltivazioni e forniscono una significativa rappresentazione dell'intensità d'uso in termini di quantità/ha e sul potenziale impatto ambientale. La rilevazione originariamente ha riguardato ogni anno una coltura diversa e si è ripetuta dopo un intervallo di 5 anni. Attualmente, in relazione alle finalità indicate nel Piano d'Azione Nazionale sull'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, è aumentato sia il numero di colture rilevate (attualmente due all'anno selezionate tra: Vite, Frumento duro, Mais, Pomodoro e Patata), sia la frequenza di rilevazione (a rotazione possibilmente ripetendo ogni anno una coltivazione dell'anno precedente). La vite, tra quelle osservate, si conferma essere la coltura con la distribuzione di sostanze attive e la quantità media a ettaro, a carico soprattutto dei fungicidi, decisamente più alte.